Note di scenografia
Tragedia della giustizia del potere, la forza evocativa dell’essenziale parola di Betti che sonda con lucido disincanto i rapporti tra magistratura e politica, diritto e dignità umana. Quale occasione migliore per celebrare nella scenografia un artista che ha fatto delle parole l’essenza della sua arte: Magdalo Mussio (Volterra 1952 – Civitanova Marche 2006) sul finire degli anni ’70 docente all’Accademia Belle Arti di Macerata –Cattedra: Tecnica dell’incisione. Nel suo lavoro si è dedicato a collegare, connettere e a far vivere assieme le parole, i segni e le immagini. L’uso dei bianchi e neri perché collegati alla parola scritta. La sua opera, un complesso di opere che dialogano fra loro e dialogano anche con noi. Così ho cercato di cogliere attraverso la raffigurazione delle parole l’anima del dramma. Purtroppo viviamo in un’epoca dove le parole cominciano a perdere il loro significato. Parliamo molto spesso per assonanze, senza capire che dietro ogni parola c’è una sensazione, uno stato d’animo, un significato. La parola è una stimmate, lascia tracce, la parola ha un’anima. Ne nasce una scenografia dove la notte degli archivi, degli scaffali, delle attese, dei documenti riempie i dialoghi del dramma. Nella speranza di avere realizzato un perfetto equilibrio tra realismo e metafisica.
Luigi Ciucci