Io vidi Moby Dick

di Ubaldo Sagripanti

La Compagnia “Piccola Ribalta” presenta per la stagione teatrale 2017/2018 un’opera originale di Ubaldo Sagripanti “Io vidi Moby Dick”, un lavoro intenso ispirato al capolavoro di Melville e arricchito dalla regia di Antonio Sterpi.
Nel programma di sala si legge: “Chiamatemi Ishmael”, Moby Dick inizia con la rinuncia di uomo al proprio nome e finisce con il suo annullamento nelle parole di Giobbe “e sono rimasto solo io per raccontarvela”. E poi: “Dobbiamo molto ad Ishmael. Ognuno di noi porta dentro di sé almeno una storia, l’occasione non manca per imbarcarsi sul Pequod: una passione, un amore, una malattia e si è già a largo con un volto, un odore, una luce; navighiamo tra immagini e parole che guizzano tra il sole e l’abisso come creature del mare. Quest’opera è un ringraziamento a Ishmael, al suo coraggio silenzioso; è un invito a raccontare e ad ascoltare storie; è una dedica a chi ha incontrato gli occhi del mare”.
Lo spettacolo, un atto unico in tre quadri senza un attimo di cedimento, rappresentato in prima assoluta al teatro Annibal Caro di Civitanova Marche in occasione della serata finale della rassegna nazionale Caro Teatro, ha mantenuto fede a queste parole.
E’ il racconto di Ishmael, il punto di vista dell’unico superstite, di un uomo qualunque che, proprio per questo, coinvolge lo spettatore e rende facile l’immedesimarsi in lui. Egli ci rivela che ogni storia è importante senza alcun bisogno d’essere famosa.
Uno spettacolo per raccontare l’avventura del Pequod, di Moby Dick e del Capitano Achab riproponendo il capolavoro di Melville ai giorni d’oggi con una freschezza e una passione che il pubblico numeroso e partecipe ha apprezzato con un lungo applauso.

“Cinque splendidi pomeriggi nel nostro teatro storico” – ha commentato l’assessore Gabellieri – “Non posso che complimentarmi, a nome del Sindaco e di tutta la Giunta, con il gruppo “La Piccola Ribalta”, che ci ha coinvolto nella vicenda di Ishmael trasmettendoci emozioni a non finire. Ci auguriamo di rivederlo presto in scena”.

 

“Io vidi Moby Dick”, cioè l’abisso, una forza della natura che annienta, che ti fa sentire infinitamente piccolo. E’ il destino fatale a cui la baleniera Pequod, i marinai e il loro Comandante Achab vanno incontro. Unico superstite della tragedia si fa chiamare Ishmael. A lui dobbiamo la storia di uomini valorosi risucchiati nel vortice dell’odio cieco e feroce di un uomo mutilato da una balena a cui aveva dato la caccia: Moby Dick. Achab, persa la gamba, rinunciò alla vita e al suo ego smisurato fece eco solo una volontà di ferro votata alla vendetta: la morte della balena bianca. Starbuck, Capitano in seconda, fu il solo ad avere la forza di contrastare Achab, di opporsi al suo progetto dissennato, ma senza successo. Anche lui, trascinato da una forza indomita, trovò la morte dimostrando, nel contempo, il valore dei suoi principi e i doveri di uomo giusto e leale. Ma nel racconto di Ishmael c’è molto di più. Egli ci apre una finestra che guarda l’infinito. Il mare e il cielo si fondono, i nostri sensi si amplificano, respiriamo l’odore della vita primordiale e scopriamo chi siamo veramente e di cosa siamo capaci. Non ci sono filtri, la vita e la morte si toccano e noi ci ritroviamo in mezzo, schiacciati o esaltati. Ishmael assolverà il suo compito di affidare la storia del Pequod e del suo equipaggio a Melville, il solo scrittore, a parer suo, capace di comprendere il mare e il senso profondo che custodisce. Rimane a noi l’interrogativo di sapere la vera identità di Ishmael, un uomo qualunque, forse, un essere come tanti, anche lui con un destino: l’oblio.

Personaggi e Interpreti

Ishmael: Luigi Ciucci
Achab: Antonio Sterpi
Starbuck: Alessio Orpianesi
Fanciulla: Teresa Belvederesi

Immagini tratte da foto © Maurizio Tartarini

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